Prevenire l’usura e uscire dal sovraindebitamento

Chi incontra difficoltà nel pagare i propri debiti e non riesce ad avere prestiti dal sistema bancario perché in arretrato con i pagamenti, non sapendo dove sbattere la testa, può arrivare a rivolgersi agli usurai, pensando di poter così superare la propria crisi. Così non è perché, una volta entrati nei circuiti dell’usura, è molto difficile uscirne.

I dati Istat relativi alle notizie di reato mostrano una rilevante crescita dei casi di usura nel 2020 (più 26% sul 2019). L’usura è stato uno dei pochissimi reati in crescita durante la pandemia dopo anni di riduzione. Lo scenario bellico e la crisi energetica, che stanno già limitando la ripresa e mettendo ulteriormente in ginocchio famiglie e piccole imprese, rischiano di dare ulteriore impulso al fenomeno.

L’usura è il reato previsto dall’art. 644 c.p.c che commette chi si fa dare o promettere come corrispettivo di un prestito di denaro interessi o altri vantaggi usurari, cioè sproporzionati e superiori ai limiti di legge.

L’usura non riguarda solo negozianti, imprenditori spregiudicati o affaristi e cravattari con pochi scrupoli;  si tratta di un fenomeno sociale ed economico in continua evoluzione ed in mano alla criminalità organizzata che fa cadere nella propria reti cittadini ed imprenditori ai quali sottrarre prima il poco danaro liquido disponibile e poi, quando è impossibile restituire il prestito, beni o aziende che permettono il riciclaggio ed investimenti in attività apparentemente lecite.

Causa dell’usura è il sovraindebitamento che può derivare da un ricorso eccessivo al credito, ma che spesso è determinato da imprevisti quali la perdita del lavoro, una malattia, la separazione. In queste situazioni  diventa difficile accedere al credito bancario e si può arrivare a cercare il denaro nei circuiti criminali. Per soddisfare le proprie esigenze fondamentali cittadini ed imprenditori arrivano a promettere e pagare interessi astronomici che possono arrivare anche al 1500% annuo e che spesso segnano un punto di non ritorno dai circuiti criminali.

Con la legge 108/1996 lo Stato italiano ha inasprito le pene cercando di tutelare le vittime. La legge distingue tra usura oggettiva e soggettiva (o in concreto).

Si ha usura oggettiva quando il tasso d’interesse praticato nel finanziamento supera il “tasso soglia”, che si ottiene aumentando il tasso effettivo globale medio (TEGM) rilevato per quella specifica categoria di operazioni del 25% e di ulteriori 4 punti percentuali (per verificare il TEGM clicca qui). Il TEGM rappresenta la media trimestrale dei tassi effettivi globali (TEG) applicata da tutti i finanziatori alle varie tipologie di finanziamento (ad esempio: prestito personale, cessione del quinto, mutuo ipotecario). Per la determinazione del tasso di interesse usurario nella valutazione del costo del credito si tiene conto non solo degli interessi, ma anche delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese.

Oltre all’usura determinata dal superamento del tasso soglia (usura oggettiva) c’è una seconda forma di usura collegata alla situazione soggettiva del debitore (“usura soggettiva“). Sono infatti usurari gli interessi, anche se inferiori al tasso soglia, che, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni simili, risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica e finanziaria.

La L.108/1996 ha istituito il Fondo per la prevenzione dell’usura per consentire alle imprese e alle famiglie in difficoltà economica di accedere al credito più agevolmente. 

Il Fondo è gestito dal Dipartimento del Tesoro e mette a disposizione dei confidi, delle fondazioni e delle associazioni che operano capillarmente sul territorio somme di denaro utilizzate per fornire alle banche le garanzie necessarie per consentire l’erogazione di prestiti ai soggetti in difficoltà. Con questi prestiti si consente anche a coloro che non ne avrebbero i requisiti di rimanere nel circuito legale del credito, prevenendo così l’esclusione finanziaria ed il ricorso agli usurai.

Dal 1998, anno di inizio dell’operatività del Fondo, al 2018, sono stati erogati circa 620 milioni di euro agli enti gestori, di cui oltre 430 milioni di euro ai confidi e oltre 190 milioni alle associazioni e fondazioni. Tali risorse hanno consentito di garantire finanziamenti per un importo complessivo di circa 2 miliardi di euro.

L’usura è un fenomeno che purtroppo non riguarda solo la criminalità organizzata. Sono infatti sempre più frequenti i casi nei quali viene accertata l’applicazione di interessi usurari da parte delle banche e degli altri intermediari.

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