Inclusione finanziaria e microcredito

Con il termine inclusione finanziaria si indica l’accesso ai servizi finanziari a costi accessibili per cittadini e imprese. La disponibilità di questi strumenti e servizi finanziari è importante e aiuta individui e imprese a pianificare secondo obiettivi di breve, medio e lungo termine.

L’esclusione finanziaria in Italia raggiunge il 25% della popolazione adulta e il problema è più evidente nelle regioni del Sud e nelle isole; l’impatto del Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione di vulnerabilità finanziaria di famiglie e imprese e la loro esclusione sociale. Inoltre, le difficoltà di accesso a strumenti e servizi finanziari contribuiscono anche all’aumento del fenomeno dell’usura che coinvolge un numero sempre più grande di piccole imprese e famiglie in tutte le regioni italiane.

Tra i diversi strumenti finanziari oggi disponibili, il microcredito inteso come prodotto finanziario, e la microfinanza intesa come prodotto finanziario al quale si associano altri servizi, quali educazione finanziaria, coaching, mentoring, business planning, assistenza tecnica e formazione, sono a pieno titolo strumenti di inclusione finanziaria e sociale.

Le esperienze internazionali sottolineano come questi strumenti aiutino nel processo di inclusione finanziaria e sociale di coloro che non riescono ad accedere ai canali di credito tradizionali. In Italia, lo strumento finanziario si propone come un modello integrato di prodotti e servizi in risposta a esigenze e difficoltà economiche e sociali vissute da microimprese e persone che rischiano di esser espulse dal sistema economico e finanziario ordinario. Da qui l’importanza del collegamento e della collaborazione con chi si occupa di sovraidebitamento e di usura a livello locale, regionale e nazionale.

Dal punto di vista normativo il microcredito in Italia si è dotato di un regolamento specifico nel 2010. Dal 2014 nel Testo Unico Bancario è stato introdotto il termine ‘microcredito’ ed è stato creato un apposito registro degli operatori di microcredito. Il settore del microcredito in Italia è supervisionato da Banca d’Italia; le istituzioni di microcredito non sono tenute a conferire i dati alla Centrale Rischi, anche se possono consultare i dati in essa conservati e fare un’analisi preventiva sul merito creditizio dei beneficiari.

I prodotti finanziari di microcredito in Italia si dividono in prestiti per l’impresa e prestiti per la persona. I primi hanno un importo massimo di 40.000 euro (con una possibile estensione sino a 50.000 euro) per una durata massima di 7 anni (che possono arrivare a 10 anni nel caso di un prestito di 50.000 euro). Per gli operatori che hanno finalità mutualistiche, l’ammontare del prestito può arrivare a 75.000 euro. Per il prestito personale invece l’importo massimo è di 10.000 euro per una durata di 5 anni. Per entrambi i prodotti sono previsti servizi di accompagnamento (indicati come servizi ausiliari) che comprendono, a titolo di esempio, assistenza tecnica, tutoraggio, formazione.

La microfinanza, tramite l’erogazione di prestiti anche di modesta entità alla persona o crediti di natura sociale, permette il rafforzamento delle competenze, e può contribuire alla risoluzione di soluzioni debitorie, all’accompagnamento di progettualità di impresa e opportunità di impiego.

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