Fideiussioni illegittime. Quando si può non pagare

Cos’è una fideiussione?
È una garanzia personale che viene spesso richiesta dalle banche per concedere prestiti a soggetti che potrebbero non essere in grado di restituire i finanziamenti (ad esempio, i genitori per i figli, la moglie per il marito o viceversa, il socio per la società). Nel concedere il prestito la banca deve però verificare se il debitore sia in grado di restituire il prestito, a prescindere dal rilascio della garanzia.
La fideiussione riguarda un rapporto con almeno 3 soggetti:
    •    il creditore garantito;
    •    il debitore principale;
    •    il fideiussore o garante.
Il garante (o fideiussore) si assume l’impegno di pagare il debito (ad esempio il prestito) del debitore principale in caso di inadempimento nei confronti del creditore garantito.

Quali obblighi comporta la fideiussione?
Il fideiussore si impegna a pagare i prestiti del debitore principale con tutto il proprio patrimonio fino ad un ammontare massimo predeterminato. Non sono ammesse fideiussioni per debiti futuri se non è indicato l’importo massimo garantito.

Quando il fideiussore è tenuto a pagare i prestiti del debitore principale?
Il Codice civile prevede che il creditore possa scegliere se richiedere il pagamento al debitore o al fideiussore.
ATTENZIONE: il creditore (la banca) deve però chiedere il pagamento al debitore  principale entro sei mesi dalla scadenza delle obbligazioni. Questa richiesta deve avvenire con un atto giudiziario e non con una semplice lettera. In caso contrario, la fideiussione si estingue e quindi non si è tenuti a pagare.
Le banche non possono derogare a questa regola se il fideiussore è un consumatore.

Quando il fideiussore è un consumatore?
È considerato un consumatore dalla Corte di giustizia e dalla Corte di Cassazione se presta la fideiussione per ragioni estranee alla propria attività professionale o imprenditoriale. Ad esempio, è consumatore il marito che presta la fideiussione per un debito relativo all’impresa della moglie nella quale non è però coinvolto come socio o come amministratore. Non è consumatore il socio o l’amministratore che garantisce i debiti della propria società in quanto collegati all’attività professionale.
Cosa succede se la clausola che impone alla banca di agire entro sei mesi viene derogata con un consumatore?
La deroga è nulla, tranne nel caso di una trattativa privata specifica sulla clausola, grazie alla quale il consumatore ha potuto ottenere precisi vantaggi (cosa che non avviene mai!).
Una volta dichiarata nulla la clausola, se la banca non ha avviato le azioni giudiziarie di recupero contro il fideiussore nei sei mesi successivi alla scadenza, la fideiussione è estinta e il garante può non pagare.

Le banche possono obbligare il fideiussore a pagare un debito che viene contestato dal debitore principale, ad esempio, perché comprensivo di interessi e spese non dovute?
Il Codice civile prevede che la fideiussione sia un impegno “accessorio” all’obbligazione principale e che il fideiussore possa sollevare tutte le contestazioni che spettano al debitore principale. Anche questa clausola è però spesso derogata dalle banche che prevedono l’obbligo di pagare a semplice richiesta e senza poter opporre eccezioni.

Ma questa clausola è valida?
Non può essere derogata se il fideiussore è un consumatore. Se viene derogata è una clausola nulla, con la conseguenza che il garante può sollevare tutte le contestazioni relative al rapporto garantito. La Corte di cassazione ha chiarito che questa regola si applica a tutte le garanzie ed anche a quelle che le banche qualificano come “garanzie autonome”, cioè non accessorie al rapporto garantito.

Ci sono altre cause di invalidità di queste clausole?
Sì! Le clausole delle fideiussioni possono essere nulle:
    •    quando sono squilibrate e quindi vessatorie.
    •    quando riproducono lo schema ABI (Associazione bancaria italiana) del 2003, ritenuto un’intesa restrittiva della concorrenza da Antitrust e da Banca d’Italia. Tra queste clausole è compresa quella che consente alla banca di agire oltre i sei mesi dalla scadenza delle obbligazioni garantite.

Anche questa regola si applica ai soli consumatori?
No! In questo caso sono nulle le clausole inserite in tutti i contratti di fideiussione anche quando il fideiussore non sia un consumatore in quanto, ad esempio, socio o amministratore, del debitore.

Cosa si può fare se la fideiussione è estinta?
Il garante può opporsi alle richieste di pagamento del creditore o se ha pagato può chiedere la restituzione e in ogni caso ha diritto alla cancellazione della segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia e agli altri sistemi di informazione creditizia, quali il SIC.

E se il creditore ha già iniziato l’esecuzione, perché il fideiussore non ha fatto opposizione al decreto ingiuntivo?
La Corte di giustizia Ue ha chiarito che anche il consumatore può opporsi al pignoramento del creditore quando il credito si fonda su un decreto ingiuntivo definitivo con il quale siano state applicate clausole vessatorie quali, ad esempio, la deroga alla decadenza se la banca non agisce nei sei mesi dalla scadenza delle obbligazioni garantite.

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