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Cos’è
L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico (significa letteralmente porosità dell’osso) caratterizzata da una bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Le ossa diventano quindi più fragili e sono esposte ad un maggior rischio di frattura per traumi anche minimi. Le fratture costituiscono l’evento clinico più rilevante dell’osteoporosi, le regioni più frequentemente coinvolte sono l’anca, la colonna vertebrale toracica e lombare, il polso e la spalla. Nel caso di fratture di femore il ricovero in ospedale è indispensabile e nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento chirurgico con impianto di protesi. I dati epidemiologici dimostrano che solo il 50% dei pazienti rimane autosufficiente dopo una frattura di femore e che la qualità di vita successiva viene comunque compromessa. Le conseguenze delle fratture vertebrali sono meno drammatiche ma, specie se le vertebre fratturate sono due o più, ne possono derivare dolore continuo alla schiena, riduzione della motilità, cifosi (incurvamento in avanti della colonna vertebrale), riduzione della statura, difficoltà respiratorie. La rilevanza dell’osteoporosi deriva anche dalla sua diffusione: l’incremento della vita media che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha fatto salire il numero degli individui a rischio di osteoporosi e quindi di frattura, e la tendenza appare inesorabilmente in aumento. L’osteoporosi può essere prevenuta, diagnosticata (prima delle complicanze) e trattata per ridurre il rischio di incorrere in una frattura.
Cause
L’osteoporosi può essere primaria o secondaria
L’osteoporosi primaria si distingue in
- Post-menopausale ( è dovuta al calo degli estrogeni che si verifica appunto in menopausa): colpisce dal 5 al 29% delle donne in questo periodo della vita, interessando soprattutto le vertebre.
- Senile: colpisce sia i maschi che le femmine e si verifica a un’età più avanzata, coinvolgendo fino al 6% della popolazione (fino al 90% degli ultranovantenni)
L’osteoporosi secondaria si verifica in corso di malattie dell’apparato endocrino (morbo di Cushing, malattie della tiroide e delle paratoroidi), di tumori (può essere facilitata anche da alcuni trattamenti antitumorali), di malattie croniche (bronco pneumopatia cronica ostruttiva, diabete mellito, scompenso cardiaco), di alcune malattie reumatiche (artrite reumatoide) e gastrointestinali (es. morbo di Crohn, celiachia) e per assunzione cronica di alcuni farmaci (cortisonici, anti-epilettici, immunosoppressori, ormoni tiroidei ecc.).
Sintomi
L’osteoporosi si manifesta con una diminuzione del calcio nel sistema osseo (osteopenia), che tuttavia non viene avvertita dal paziente. Nella fase iniziale è perciò asintomatica, e tale rimane nella maggior parte dei casi. L’insorgenza di dolore è spesso associata alla presenza di microfratture. Nelle fasi successive possono intervenire fratture più importanti, come abbiamo ricordato sopra.
Prevenzione
Costruire un osso forte e sano durante l'infanzia e l'adolescenza rappresenta la migliore difesa allo sviluppo di osteoporosi.
Queste le indicazioni più importanti, a tutte le età e per entrambi i sessi per ottenere una valida prevenzione dell'osteoporosi
Cura
Obiettivo della terapia è la riduzione del rischio frattura.
La valutazione dell’opportunità di un trattamento farmacologico è molto complessa, sempre deve essere condivisa con il proprio medico di famiglia con l’eventuale consulenza dello specialista.
I principi attivi più utilizzati per la cura dell’osteoporosi sono i bifosfonati, farmaci in grado di incrementare la densità ossea.
I bifosfonati fra i più diffusi sono l’alendronato e il risendronato, molecole a brevetto scaduto contenute in vari medicinali (sia originatori, sia equivalenti) prodotti da diverse case farmaceutiche.
Esistono altre terapie: Denosumab (anticorpo monoclonale), Teriparatride (ormone paratiroideo), Ranelato di Stronzio, la terapia ormonale sostitutiva e altri farmaci che richiedono di norma un intervento specialistico.