Privacy. MC: illecito il cookie wall praticato da alcuni giornali online

Negli ultimi giorni, diverse testate giornalistiche operanti anche online (Il Fatto Quotidiano, il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa) hanno attuato una nuova politica per la gestione dei cookie di profilazione. Queste testate ammettono l’accesso ai contenuti solo nel caso in cui l’utente rilasci il consenso all’installazione di cookie - anche non necessari per il funzionamento del sito - di tracciamento dei dati personali (cookie wall). Se l’utente non accetta, gli viene imposta la sottoscrizione di un abbonamento (paywall).

Il Garante per la privacy, anche a seguito di alcune segnalazioni, sta esaminando questa condotta alla luce del quadro normativo attuale, al fine di valutare l’adozione di eventuali interventi in materia.

Movimento Consumatori condanna fermamente il cookie wall, perché in contrasto con la disciplina in materia di privacy e con le Linee guida sui cookie emanate dal Garante nel giugno 2021. In particolare, una simile condotta violerebbe il principio per cui il consenso al trattamento dei dati deve consistere in una manifestazione di volontà “libera, specifica, informata e inequivocabile” (art. 4 GDPR): da un lato, mancherebbe infatti la “libertà” del consenso, reso obbligatorio per poter usufruire di contenuti, dall’altro verrebbe a mancare anche la “specificità” del consenso, in quanto viene imposto all’utente di accettare “in blocco” i cookie di terze parti, tecnici e di profilazione. Per quale ragione, ad esempio, per poter leggere un articolo l’utente dovrebbe accettare di cedere i propri dati a società terze con sede in altri Paesi, magari privi delle garanzie normative europee in materia di privacy? 

“Movimento Consumatori - dichiara Paolo Fiorio, coordinatore del servizio legale dell’associazione -  auspica una modifica delle politiche in materia di privacy adottate da tali siti di informazione. Si tratta infatti di modalità contrarie non solo al GDPR del 2016, alla Dir. 2002/58/CE e alla Dir. 2019/770/UE, ma anche alle sentenze della Corte di giustizia in materia di consenso al trattamento dei dati. Speriamo che anche il Garante dia una risposta decisa, affinché i dati personali degli utenti non siano ridotti a pura merce di scambio”.

“È ora di porre fine alla massiva profilazione dei cittadini - afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC - in quanto si tratta di una pratica che ha raggiunto livelli preoccupanti; ogni cittadino deve avere il diritto di non essere profilato se non quando sia espressamente e specificamente d’accordo, e comunque nei limiti di legge. Se non verranno immediatamente modificate tali condotte, l’associazione avvierà ogni azione giudiziaria, anche cautelare, a tutela degli utenti di Internet”.

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