Calenda contro le associazioni consumatori. MC: si chieda quale sia stato suo contributo al Mise

"Le qualunquistiche parole dell'ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda - dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC - che ha definito sul proprio profilo twitter le associazioni dei consumatori 'fabbriche di polemiche inutili', vantandosi da ministro di avergli 'tagliato la maggior parte dei finanziamenti', tradiscono due aspetti molto gravi del suo mandato ministeriale. Primo: Calenda in questo modo confessa, di non aver esercitato i controlli che il Codice del consumo gli attribuiva proprio per verificare la rappresentatività, democraticità e utilità delle associazioni dei consumatori iscritte nel registro del suo ministero come maggiormente rappresentative. Secondo: durante il suo mandato non c'è un cittadino/consumatore italiano che si ricordi un provvedimento che sia stato davvero a favore non di questo o di quel comparto economico produttivo, ma dei consumatori e cioè d’interesse generale”.

Movimento Consumatori già il giorno della nomina di Calenda nel maggio 2016 commentava così: “Dobbiamo risalire ai tempi di Bersani per ricordarci un ministro che orientò le politiche del ministero dello sviluppo economico sui consumatori e non solo sul fronte imprese. Da molti anni nessun ministro ha visto nelle politiche a favore dei consumatori un modo per agire direttamente sul mercato al pari delle politiche a favore dell'industria. Per anni chi ha governato questo ministero si è dimenticato che un mercato di sola offerta, senza domanda non esiste. E visto che la domanda sono i cittadini/consumatori, che mai come nell’ultimo decennio hanno perso potere di acquisto, ci aspettiamo, sì la proposta di strategie industriali di medio/lungo periodo (in primis la banda ultralarga e l’informatizzazione delle imprese oltre che la messa in sicurezza del made in Italy agroalimentare), ma accompagnata da politiche immediate a favore del potere di acquisto dei cittadini e da alcune scelte di sistema, come quelle di introdurre finalmente in Italia una vera class action, lottare contro la corruzione e la contraffazione e potenziare l’amministrazione della giustizia".

“Visto che già all’epoca eravamo consci del fatto che molto spesso alcune associazioni sono state strumentalizzate per la carriera del proprio legale rappresentante – continua Mostaccio - chiedevamo a Calenda di tornare a valorizzare e dare centralità al Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, rivedendo completamente la disciplina del Codice del consumo rispetto al ruolo delle associazioni dei consumatori nei confronti del Ministero dello Sviluppo economico e del Paese intero.
Oggi possiamo dire che su questo fronte l’ex ministro ha confermato i nostri timori, visto che durante il suo mandato non ci ha mai ricevuto, non ha mai riformato la disciplina del Codice del consumo, non ha spinto per l'approvazione della class action e non ha mai proposto una strategia a favore della difesa del potere di acquisto dei consumatori. Insomma non fosse stato per il recepimento delle direttive europee in materia, Calenda avrebbe ottenuto un voto sotto zero come ministro non solo dalle imprese, ma anche dai consumatori.
Confidiamo che questo uomo che per spirito di servizio si è incaricato di essere l'animatore di un nuovo soggetto politico che possa riscattare il centro-sinistra, non porti in dote i propri pregiudizi che sono quelli che hanno condotto il centro-sinistra ad essere giudicato lontano e indifferente ai problemi dei cittadini/consumatori”.

 

 


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